Ci siamo lasciati praticamente un anno fa e non avrei immaginato che ci avrei messo così tanto per tornare a scriverti.
Ma ora sono qui con una tazza di caffè, davanti al computer a scrivere e sono sinceramente sorpresa - immagino lo sia tu. Vedi che il sentimento è reciproco?
Non è che non ci abbia pensato giusto quel milione di volte di sedermi un momento e scrivere. Ma ecco, non è successo. Fino ad ora.
Anche quest’anno alla comunicazione della Dozzina del Premio Strega ho risposto, insieme a tre amiche, con un gruppo di lettura - ma si potrebbe chiamare gruppo di sostegno. Cercheremo di leggere i 12 titoli candidati. Io sto andando un po’ a rilento ma se vuoi ho creato una “sfida” sul mio amato Storygraph a cui puoi partecipare. Oltre alla dozzina ho anche inserito come bonus i cinque libri candidati al Premio Strega Europeo.
Al momento sono messa così:
Perduto è questo mare1 di Elisabetta Rasy, un romanzo che gira intorno alla figura paterna e a quella di un amico prezioso, il poeta napoletano Raffaele La Capria. Mi è piaciuto ma ho fatto molta fatica a prendere il ritmo.
Chiudo la porta e urlo di Paolo Nori è stato per me una vera sorpresa perchè, prima di tutto, non avevo mai letto nulla di Nori. Credo che l’esperienza sarebbe stata ancora più dirompente se avessi ascoltato l’audiolibro libro dall’autore stesso ma non escludo assolutamente il recupero. Mi ha fatto riprendere in mano Guerra e Pace.
Portofino Blues di Valerio Aiolli mi ha catturato sin dalle prime righe, con le sue storie tutte intrecciate e il suo modo di raccontare asciutto e coinvolgente. E poi, diciamocelo: true crime. Ma anche, una parte della storia di Italia e non solo non troppo “battuta”.
Di spalle a questo mondo di Wanda Marasco l’ho messo in pausa momentaneamente e non perché non mi stesse piacendo ma perché merita maggiore concentrazione la scrittura di Marasco e ho bisogno di più tempo mentale. Ci tornerò su, sicuramente.
Per le altre mie letture ho trovato un metodo per tenerne traccia facendo anche una cosa che mi rilassa molto, i collage (fatti con Canva - non quelli analogici, al momento). Li pubblico su Instagram come recap dei libri letti mensilmente, tipo così:
Tra tutti i podcast true crime che ascolto, a volte provo con qualcosa di totalmente diverso. Per me è stata una bella sorpresa, o meglio una conferma che è arrivata con il podcast di Daria Bignardi, Parlarne tra amici. Amavo L’ora D’Aria di Radio Deejay e ritrovare Bignardi a parlare di libri mi regala momenti di vero benessere. Soprattutto sentire quanto sia allineata al mio pensiero su due autori best seller come Joël Dicker e Valérie Perrin me l’ha fatta amare ancora di più, devo essere sincera. Io ti consiglio l’ascolto perché non parla di libri banali e lo fa con la semplicità dell’appassionata. In sua compagnia troviamo anche Silvia Righini e Stefano Sgambati.
Con la quantità di serie tv che consumo non è facilissimo fare un veloce riassunto di ciò che ho visto in un anno, perciò mi accontenterò di segnalarti le prime che mi vengono in mente, o meglio, le ultime che ho guardato.
Comincio da Étoile serie tv raffinata e ironica firmata da quei geniacci di Amy Sherman-Palladino e Daniel Palladino autori di The Marvelous Mrs Maisel (e sì anche di Gilmore Girls). Loro hanno un modo di farti ridere e commuovere e di far crescere i personaggi totalmente unico e personale. L’intera serie gira attorno a due compagnie di balletto di fama mondiale, una di New York e una di Parigi che per cercare di salvarsi dal tracollo, si inventano uno scambio di étoile, delle loro ballerine e ballerini più di spicco. Oltre alla storia, che forse è un po’ fragilina, lo ammetto, troverai personaggi adorabili, stralunati e unici. Se io non ti ho convinto, forse, può riuscirci lui.
Nelle scorse settimane ho recuperato due titoli consigliati da Giorgia Di Stefano in occasione della Giornata internazionale dei diritti delle donne. Due titoli forti sulla violenza di genere, dove regia e sceneggiatura non temono nulla, sbattono in faccia momenti di debolezza, momenti anche meschini e incomprensibili di due protagoniste messe molto alla prova dalla vita.
Una è I Hate Suzie, una black comedy inglese dove Suzie Pickles, ex pop star adolescente e attrice televisiva in declino, ritorna alla ribalta dopo che il suo telefono è stato hackerato e trapelano sue foto compromettenti. Di punto in bianco Suzie si ritrova in un gorgo sempre più oscuro e angosciante, dove passa dal senso di colpa alla collera fino ad un epilogo - nelle quattro puntate dello special I Hate Suzie Too, man mano sempre più inevitabile. La protagonista è interpretata da Billie Piper, la Rose Tyler di Doctor Who. Ho provato, specie nelle prime e ultime puntate, un senso di claustrofobia incredibile, e sì, non sembra una roba positiva da scrivere ma in realtà credo che non ci fosse altro modo di scrivere questa sceneggiatura se non mettendo a disagio lo spettatore. Centratissimo.
L’altra è I May Destroy una miniserie scritta e interpretata da Michaela Coel. Qui la protagonista è Arabella, twitstar e scrittrice che si ritrova dopo una nottata passata per locali con degli amici a fare i conti con un taglio sulla fronte, lo schermo del cellulare rotto, immagini ossessive in testa e la perdita parziale dei ricordi di gran parte della nottata.
Essendo io donna ho capito fin troppo in fretta cosa sia successo ad Arabella. Lei ci arriva grazie ai suoi migliori amici e a una detective gentile. In I May Destroy You si affrontano tanti tipi diversi di violenza, anche quelli che forse non sappiamo di poter denunciare e trovo che questo sia un aspetto molto importante della serie e utile. Scritto bene, coinvolgente: te lo consiglio molto. Secondo me potresti anche recuperare un altro titolo di Coel, Chewing Gum.
La vita in questi mesi è stata tutta uguale e tutta diversa. Sono stata nuovamente al Torino Film Festival ed è stato bellissimo. Mi sono licenziata, sono tornata a fare la glover e a muovermi poco dal paese, sperando di trovare la mia strada altrove. Ho ricevuto la diagnosi ufficiale di fibromialgia. Ho scoperto un amore folle per Berlino. Non ho più scritto, né la newsletter (ah!) né il podcast, lasciandomi vivere senza creatività per troppi mesi. Ma oggi è venerdì.
la sensazione di benessere che mi dà finire un prodotto e buttarne la confezione vuota
il rumore, vicino a casa, dei fucilo dei cacciatori mi mette dentro una rabbia terribile
ho piantato margherite e bombe di semi
“hei, chica mala! :)” una ragazza oggi, mi ha salutato così :D
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